Come l’interpretariato da remoto può attutire il colpo per gli interpreti ai tempi del Coronavirus
Il Covid-19 ha presentato un conto molto salato all’Italia e agli italiani. Dal turismo alla ristorazione, dal settore della logistica al commercio al dettaglio, ad oggi (5 giugno) vi sono oltre 234.000 casi confermati. L’emergenza sanitaria ha quasi paralizzato il Paese da inizio marzo a metà maggio, e solo ora si iniziano a intravedere le prime vere conseguenze economiche del Coronavirus.
Un altro aspetto, meno considerato ma non per questo meno grave, è quello relativo ai convegni e l’export. Per un sistema economico che già a malapena si reggeva in piedi da solo, la situazione non è di certo rosea.
Insieme a tanti altri liberi professionisti e aziende che gravitano attorno al mondo degli eventi, gli interpreti freelance sono stati particolarmente colpiti dalla crisi sanitaria, dato che molti congressi sono stati cancellati o rinviati fino all’autunno, nel migliore dei casi.
Secondo gli scenari di impatto presentati da Banca d’Italia a maggio, nel primo trimestre del 2020 il PIL italiano ha registrato una flessione del 4,7%. Per il 2020 nella sua totalità si stima un calo del prodotto interno lordo fra il 6 il 15%. A rendere così ampia la forbice di stima è l’incertezza che pesa sul Bel Paese, nonché su tutta la zona euro.
Ed è proprio questo fattore, l’incertezza, a generare una sempre crescente volatilità anche sui mercati finanziari. Durante questi mesi di dubbi e timore, sia l’indice di fiducia delle imprese che quello dei consumatori è crollato ai minimi storici.
L’interpretariato da remoto: la nuova normalità?
A livello mondiale, i Paesi che sono riusciti ad appiattire la curva epidemiologica si stanno addentrando in una nuova fase, la “nuova normalità”, e il lavoro da remoto sta assumendo un ruolo sempre più importante per la normale operatività di moltissime aziende.
Negli ultimi giorni ho riflettuto molto su questa questione, dato che ho dovuto affrontarla in prima persona quando uno dei miei clienti ha richiesto un servizio di interpretariato simultaneo a distanza (RSI, Remote Simultaneous Interpreting).
La confusione generalizzata causata dal Coronavirus era palpabile ovunque. Non potevamo più recarci in azienda e lavorare come avevamo sempre fatto, ma c’era comunque bisogno del nostro servizio. Così abbiamo messo in piedi un sistema che ci ha permesso di effettuare comunque l’incontro, sfruttando l’interpretazione simultanea da remoto – una delle forme di interpretariato da remoto (RI) che è possibile svolgere.
Sarò sincera. Ero scettica, anche se mi piace un sacco la tecnologia. Adoro tutto ciò che abbiamo ottenuto finora grazie alle nuove tecnologie, ma so che c’è ancora molta strada da fare, e un sacco di cose potrebbero andare storte quando non si è presenti fisicamente. Ero decisamente timorosa – ci sarebbero potuti essere problemi tecnici, la qualità del suono in ingresso o in uscita avrebbe potuto essere pessima e io e il mio compagno di cabina non avremmo avuto molte alternative, essendo ognuno a casa propria.
Di quali strumenti avvalersi?
Tuttavia, esistono tantissimi modi di svolgere l’interpretariato da remoto. Esistono piattaforme online (come KUDO o Ablioconference) fatte su misura per la simultanea da remoto, e di recente la piattaforma Zoom ha introdotto una modalità per l’interpretazione. Dal punto di vista di un interprete, credo che la sfida più grande sia quella di trovare un modo per comunicare con il proprio compagno di cabina, qualora la piattaforma scelta non sia provvista di una chat a uso esclusivo degli interpreti. Nel mio caso, per esempio, io e il mio collega abbiamo comunicato tramite chat privata.
E vi dirò la verità: ci siamo decisamente goduti la libertà di stare a casa propria e non doverci vestire formalmente, di poter fare una pausa caffè al volo e di avere la nostra scorta di acqua e spuntini (che di solito sono limitati in cabina, per ovvi motivi).
La cabina, per quanto sia l’ambiente ottimale per svolgere una simultanea, è tendenzialmente piccola e non permette un adeguato distanziamento sociale: è impensabile, al momento, tornare a lavorare come abbiamo sempre fatto fino a pochi mesi fa.
Alla fine è andato tutto liscio come l’olio e mi è piaciuta l’esperienza, nonostante l’abbia trovata decisamente più stancante e impegnativa di un interpretariato di persona. Ma il messaggio che mi sono portata a casa a fine giornata è stato che avere un’alternativa, una soluzione di emergenza che permetta agli interpreti di fornire un servizio di interpretariato da remoto può garantire di continuare a fornire i nostri servizi anche durante la crisi sanitaria.
Nonostante dovremo ancora aspettare prima che tornino le grosse fiere o convegni internazionali, o anche i tour in fabbrica che richiedono servizi di interpretariato, la l’interpretariato da remoto può essere un’eccellente alternativa di riserva per le aziende che hanno comunque bisogno di un servizio di interpretariato da remoto ma che devono limitare l’accesso al personale non essenziale o ai fornitori esterni.
La tecnologia: un valido alleato
So anche che questa non è e non può essere una panacea per tutti i mali che l’Italia sta affrontando al momento, ma credo che possiamo e dobbiamo cercare di far funzionare la tecnologia in questi casi. È rischioso – bisogna pianificare pensando al peggio e pensare a un’altra (!) soluzione di backup nel caso in cui la prima soluzione di backup fallisca. Potrebbe essere necessario un piccolo investimento se si vuole fare simultanea da remoto regolarmente (cuffie USB e microfono di livello professionale, o aumentare la RAM del laptop, per esempio).
Importantissima è anche la qualità della connessione che si utilizza. Ci si trova costretti a ripensare l’ambiente in cui si andrà a lavorare, tentando di simulare una cabina. Per esempio, se si lavora da casa, niente animali domestici o bambini in giro. Ci si deve assicurare che nessuno suoni alla porta, e sarebbe meglio evitare di avere altre persone attorno in generale. Se poi si è maniaci del controllo come me, è probabile avere in giro anche un cavo Ethernet per garantire la stabilità della connessione e un generatore di corrente aggiuntivo nel caso in cui si presenti uno scenario stile apocalisse mentre stai lavorando…
L’importanza del cadere sempre in piedi
A parte gli scherzi, credo che il ricorso alla RSI potrebbe attenuare il colpo che molti interpreti hanno subito nelle ultime settimane a causa del rinvio o della cancellazione di molti eventi. Come detto, l’epidemia ha colpito soprattutto la Lombardia, il Veneto e l’Emilia Romagna. Oltre a contribuire al 50% circa delle nostre esportazioni, queste sono le tre regioni italiane in cui si svolge la maggior parte degli eventi commerciali e non istituzionali. La sola Lombardia è la prima regione italiana per numero di aziende, quindi si può ben immaginare come questa epidemia abbia gettato scompiglio nell’economia della regione. Anche se molti dei nostri clienti potrebbero essere reticenti – e lo capisco, lo capisco davvero – spetta anche a noi presentare una proposta che renda più facile sia la loro che la nostra vita.
Mentre le aziende più grandi hanno probabilmente un’unità di crisi o un piano di emergenza per quando le cose vanno storte, le PMI potrebbero non avere le stesse risorse. A mio parere, in quanto fornitori di servizi, dobbiamo individuare ogni giorno soluzioni pratiche e praticabili per i nostri clienti – e ancora di più in uno scenario di crisi come questo.
Nel complesso, le cose stanno cambiando di giorno in giorno, e non c’è dubbio che l’economia italiana abbia subito – e probabilmente soffrirà ancora nei mesi a venire – una notevole battuta d’arresto a causa del Coronavirus. Ma questo è il gioco e queste sono le sue regole, e dobbiamo trarre il massimo da questa situazione. Come ho detto prima, per il momento non c’è molto che possiamo fare a parte aspettare – sperando di continuare a lavorare da casa. Anche se questo vuol dire addentrarsi in un territorio inesplorato, come quello dell’interpretariato da remoto.